IL PAGELLONE DI TORINO

17 Giu 2019
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3^ tappa del Bayer FISB Italian Tour.

#Voto10: Lo staff. Nello specifico quelle persone che hanno trascorso le ultime 90 ore praticamente sempre nello stesso posto, a fare più o meno le stesse cose, con più o meno la stessa maglietta (o forse era il caldo). Hanno portato la magia del 3×3 nel “salotto” di Torino, sempre attenti, precisi, disponibili, allo stesso tempo goliardici e fuori dai soliti schemi, per rendere questa terza tappa senza dubbio indimenticabile.

#Voto9: ai bentornati Claudio Negri, Jojo Kisonga e Antonio Lorenzetti. Questo tour aveva tremendamente bisogno di voi; i risultati dentro e fuori dal campo lo hanno dimostrato. Black Santana ci ha ricordato come si passa la palla dal post, JoJo ci ha ricordato che può rubarci anche il pallone che abbiamo nel baule della macchina, Bimboshow ci ha tranquillizzato facendoci notare che il ferro del canestro FISB è molto resistente (ahia, l’ho detto).

#Voto8: Team Libidine. Era scontato che, prima o poi, un voto prendesse in considerazione anche quel momento della giornata dove il Wilson viene prepotentemente sostituito da uno, due o tremila bicchieri in vetro. Il team di capitan Cocchi si presenta con un roster ridotto a 3 giocatori, che fatica sul campo rispetto agli ottimi risultati delle altre tappe, ma fa iniziare, domina, controlla, fa esplodere e fa finire la serata che sta unendo sempre di più la “FISB Family” in questo tour.

#Voto7: i portici. Ed il campo vicino ad essi. Ed il sole che tramontava dietro di essi. E le numerose scottature evitate grazie ad essi. Siamo alla terza tappa, giochiamo nelle ore più calde dei giorni più caldi della stagione più calda, e per ora, tutto va bene.

#Voto6: la cornice di pubblico. Finchè non si è messo a piovere. Perchè è stato un attimo passare dal sentirsi alle finali di un World Tour FIBA, al silenzio tipico di un lungo scambio a tennis durante un sedicesimo di finale. In mezzo, una leggera pioggia e quella triste sensazione che in questo pianeta ancora non comandiamo noi.

#Voto5: Paolo Quaranta che, dopo il grande cuore delle prime tappe nell’accompagnare il suo team dappertutto, rimane a casa una volta e la sua squadra ottiene il primo storico passaggio del girone. Stai cercando di farmi capire qualcosa?

#Voto4: la (non) stoppata di Andrea Iannilli sul (non) tiro da 2 di Daniele Mastrangelo, perdendo così una delle possibili giocate da Top3 della tappa. Anche perchè voci di corridoio confermano il commento a caldo del Mastro, appena conclusa la partita: “Guarda che era dritta, eh!”

#Voto2: alla pendenza della piazza. Un fattore determinante per uno sport che già incontra molte difficoltà dovute dal giocare all’aperto. Erano lampanti le difficoltà nel prendere le misure del tiro da una posizione piuttosto che da un’altra. E invece esistono tiratori veri, che sanno far canestro sempre, come Alessandro Corno o Michele Peroni, e che quindi rendono la pendenza ininfluente e questo voto totalmente inutile.

#Voto0: le pettorine che ancora non ci sono per quando giocano Team Libidine e Team Hammer Friuli, perchè sapete bene che per me è già difficile così, ma se devo ancora concentrarmi sul colore dei vostri colletti, la prossima volta inizio l’aperitivo alle 16 spaccate, e tanti saluti..


#MVP Davide “il Doc” Gorini. Capitano del Team Hammer Sanremo, che lascia davvero tutto sul campo. Difende, segna da fuori, si butta sulle palle vaganti e non disdegna mai qualche botta sotto canestro; è già tanto per un giocatore che da settembre raggiungerà le 42 primavere. Diventa forse troppo quando la domenica mattina, sul finale di partita contro i Cobram, con il punteggio in bilico, vola a canestro per inchiodare una gran schiacciata, che solo le molle del ferro gli rimbalzano via la palla. Per fortuna… altrimenti saremmo ancora tutti lì ad applaudire.


#MVT Kings of Kings. Sì, ovvio. Intendo quelli con la maglia bianca di Milano, perchè hanno vinto 2 tappe su 3, perchè hanno vinto l’ultima nonostante l’assenza importante di Matteo Grampa, perchè hanno dominato la finale dopo aver esordito in piazza San Carlo con una sconfitta. Però intendo anche quelli con la maglia nera di Perugia, perchè si sono dovuti presentare in tre e senza centri di ruolo, obbligando dunque Simone Aromando a fare gli straordinari sotto canestro e costringendo a Ale Corno e capitan Jack Mariani a giocare senza errori sia in attacco sia in difesa. Si fermano in semifinale contro i Cobram, perchè oggettivamente era difficile fare di più.
Quindi, per riassumere, intendevo le squadre di Charlie…

Piazza San Carlo e il suo nuovo, temporaneo, playground
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