Domenica, ore…
00:00 – dichiari l’ultima bevuta della serata, domani hai il torneo per cui ti sei preparato tutta la settimana.
00:01 – è il compleanno del cugino dello zio del nonno del barista, giro offerto.
01:00 – hanno offerto tutti un giro, tranne te.
01:10 – non ti sei portato troppi soldi dietro perché ti serviranno domani per l’iscrizione e il pranzo.
01:15 – ti sei portato il bancomat.
04:00 – dichiari l’ultima bevuta. Della vita. Lo fai sempre dopo il quinto gin tonic.
08:30 – suona la sveglia.
08:35 – suona il telefono.
08:40 – suona il citofono.
09:00 – senza dare risposte, sei salito in macchina con i tuoi compagni, con tutto il necessario: infradito, cuscino, occhiali da sole e lo stesso zaino con la roba dentro dall’ultimo torneo.
09:20 – dopo una rapida colazione, siete finalmente in viaggio. Durata prevista: 45 minuti.
09:30 – si apre il check-in. Alle 10:00 la prima partita.
09:35 – “Guarda ci dispiace un casino ma siamo in ritardo, abbiamo bucato una gomma”. “Che sfortuna, è il quarto anno di fila che vi succede, sempre la mattina del nostro torneo.”

10:00 – In qualche modo arrivi puntuale, paghi l’iscrizione, ripassi il regolamento, ti cambi velocemente a bordo campo, preparandoti al primo momento più difficile della giornata.

10:01 – ti togli gli occhiali da sole.
11:30 – recuperi finalmente la vista.
11:35 – ti raccontano che avete perso la prima, vinto la seconda contro una squadra di under 14, sei a 0/18 dal campo e hai lasciato lo zaino con l’acqua fresca sotto il sole.
12:30 – inaspettatamente il pranzo è offerto dal paninaro sponsor dell’evento. Il menù recita: panino cotto e cipolla, panino salame e cipolla, panino vegetariano con doppia cipolla. Al primo boccone di cipolla che mandi giù, il terzo e il quarto gin tonic vengono a chiederti cosa c***o ti è passato per la testa.
14:00 – l’ora più calda del giorno, la lattina ghiacciata di coca appena finita, un panino da digerire, un paio di gazeboo che fanno ombra, l’odore di cipolla sotto quei gazeboo, potrebbe andare peggio…
14:30 – giochi la prossima partita tra mezz’ora ed è decisiva per passare il girone, non poteva andare peggio.
15:00 – finalmente ti ricordi, insieme ai tuoi compagni, che sei campione in carica di quel torneo da 3 anni di fila. Vincete 21-8.
16:00 – festeggiate il passaggio del turno con una pinta di bionda fresca ciascuno. Il quinto gin tonic, spalleggiato dai due chupitos, ti chiede se per caso ti sei anche bevuto il cervello.
18:00 – ottavi di finale in scioltezza, quarti di finale con qualche difficoltà, semifinale vinta al supplementare, dopo averla pareggiata allo scadere e vinta nell’overtime con una bomba di tabella.
18:01 – scopri che gli ultimi avversari che hai incontrato, questa domenica, probabilmente non andranno a messa.
18:30 – inizia la quarta finale consecutiva. Non ti senti per nulla appagato, vuoi vincere anche quest’anno.

18:31 – scegli il possesso al supplementare, visto com’è andata in precedenza. 4-0 di parziale per gli avversari, non il migliore degli inizi.
18:33 – 7-2. Sempre peggio, le gambe non rispondono, i riflessi sono lenti, i tuoi compagni che sanno che hai fatto serata, iniziano a guardarti male.
18:34 – 8-6. In piena rimonta. Hai iniziato a fare quello sai fare meglio. Stare in panchina.
18:36 – 14 pari. Difesa, rimbalzi, energia, sai benissimo che la si può vincere così. Cioè tirando da 2, perché vale doppio.
18:38 – Entrambe le squadre in bonus. Energie finite da entrambe le parti. Poi l’illuminazione, tra gli arbitri della partita, c’è quel ragazzo a cui, in una partita di campionato, avevi fatto sinceri complimenti per il suo operato.
18:39 – penetrazione, fallo, due tiri. Finta, contatto minimo, canestro e fallo, altri due tiri. Tiro da fuori per chiuderla, andrà corto di almeno un metro, svenimento immediato dopo il tiro. Fallo. Due tiri.
18:40 – 21-16. Game, set and match. E, per la precisione, vittoria del torneo per il quarto anno di fila.


19:00 – Premiazioni. Ai terzi classificati una vigorosa stretta di mano da tutto lo staff. Ai secondi un buono da 50€ su una spesa di almeno 480€ al negozio di ferramenta di zona. A voi che avete vinto, cassa di birra e quattro buoni gratis dal paninaro che c’era a pranzo. Il premio per l’MVP, che ovviamente non sei tu, un ruotino di scorta per la macchina…
19:30 – decidete che, per festeggiare, le birre vanno aperte subito. Stavolta è il fegato che si presenta da te con un avvocato.
20:00 – la doccia che avete potuto fare nella palestra vicino al campetto, vi risparmia un lungo viaggio in apnea. Il ghigno che hai mentre ti addormenti in macchina, è per esserti ricordato, la mattina, le infradito e il cuscino.
22:00 – Gambe, braccia e testa vi porterebbero dritti a casa a distendervi su un letto. L’adrenalina post torneo, invece, vi porta al solito bar per vantarvi con gli amici.
22:05 – un flash improvviso ti porta a realizzare quanto fatto nelle ultime 22 ore. Stavolta non sono i gin tonic, nemmeno i chupitos, il fegato e i muscoli rimangono dove sono. Salta fuori quella piccola parte di orgoglio, piccola perché nata soltanto quando ha scoperto questo mondo, ti da un paio di pacche sulla spalla, dicendoti: “tranquillo, lo sai anche tu, passeresti ogni giorno così, perché ami questo sport.”
22:06 – Ti interrompe il portafoglio: “tranquillo, lo sai anche tu, non arriveresti a metà mese”.
23:59 – dichiari l’ultima bevuta della serata, domani hai la presentazione a lavoro per cui ti sei preparato tutto un mese.
00:00 (del lunedì) – è il compleanno del barista…